Display Retina con 5,1 milioni di pixel. Architettura 100% flash ultraveloce. Processori Intel Core i7 quad-core. Tutto in appena 2,02 kg e solo 1,8 cm di spessore. Non è solo il nostro notebook più evoluto. È il Mac più evoluto di sempre.
Così recita il sito Apple, a proposito del MacBook Pro 2012 e vale la pena aggiungere che integra tutte le nuove tecnologia appena uscite sul mercato: Ivy Bridge a 22nm, Kepler a 28nm, SSD Sata 6Gb/s di recente generazione, e componenti di primissima qualità (vedremo ad esempio dei condensatori al tantalio Hi-C CAP, utilizzati anche da MSI per le sue schede Military Class III).
Partiamo dal Retina Display che sfoggia una risoluzione di 2880x1800 con 220 pixel per pollice. Un totale di 5 184 000 pixel, esattamente due volte e mezzo la risoluzione di un full HD. Il tutto in soli 15.4" di diagonale, un quarto di una TV da 32". Sarà dunque difficile distinguere i pixel ad occhio nudo, come ci si può aspettare da un Retina Display degno di questo nome. L'utilità è magari discutibile, ma la qualità del pannello IPS con retroilluminazione LED non dovrebbe lasciar spazio a critiche.
Lo spessore contenuto comporta il sacrificio del lettore ottico (DVD o Blu-Ray che sia), ma non lo slot per card SD. Due le porte USB, ora in standard 3.0 grazie al nuovo chipset Intel, e finalmente in posizione distante, in modo da poter collegare due dispositivi ingombranti contemporaneamente. Due anche le porte Thunderbolt per connettere monitor in Display Port (o periferiche di archiviazione), in alternativa all'HDMI integrata. Ovviamente sono disponibili i soliti adattotori DVI e VGA. Scompare anche il connettore del microfono, lasciando soltanto quello per le cuffie.
Ma andiamo a vedere cosa c'è sotto la scocca. Aprendo la scocca nel lato inferiore possiamo notare la cura dell'assemblaggio e del sitema di dissipazione, che deve dare il meglio di sé per dissipare CPU e GPU. Una generosa heatpipes collega centralmente la CPU Intel Core i7 e il chip grafico Nvidia GT650M, per poi raggiungere alle due estremità i due corpi dissipanti in alluminio, dotati entrambi di ventola radiale.
La CPU è una delle nuove Ivy Bridge realizzate con processo produttivo a 22nm. Due opzioni disponibili: il Core i7 Core i7-3615QM e il Core i7-3720QM entrambi quad core con 6MB di cache L3 a disposizione e grafica integrata Intel HD 4000. Si distinguono per la frequenza di funzionamento 2.3 GHz (fino a 3.3 GHz con Turbo attivo) per il primo e 2.6 GHz per il secondo (3,6 con Turbo). Per chi non si accontenta, con 100 MHz in più, 2MB di cache L3 addizionali e diversi € in meno nel portafoglio, c'è il Core i7-3820QM.
Per quanto riguarda la GPU, poco distante, per sopperire alle carenze della già buona HD 4000, Apple ha scelto di integrare una GPU di nuova generazione, con architettura Kepler a 28nm. Si tratta della GT650M, con GPU GK107 (384 shaders, 32 TUs, 16 ROPs), accompagnata da 1 GB di VRAM GDDR5 dedicata. La memoria di sistema DDR3L-1600, di produzione Hynix, al fine di contenere lo spessore totale del notebook è stata saldata sul PCB. 8GB o 16GB i quantitativi tra cui scegliere con cura: non sarà possibile infatti aggiungerne dell'altra in un secondo tempo, essendo saldata on-board.
Ma veniamo a una delle feature salienti: Apple dice addio agli hard disk tradizionali, e per un prodotto di questa fascia non possiamo dire che: "era ora!". L'incredibile velocità offerta dagli SSD è ormai indispensabile anche nei veloci sistemi operativi Mac OS. Seppur efficienti, se confrontati ad un sistema operativo Windows con SSD, non possono che apparire come lumache. La discreta pesantezza di Lion, inoltre, dimostra come ormai non si potesse rinunciare a questa feature. In questo caso Apple non bada a spese e si affida a Samsung. Sia le memorie NAND Flash, sie il modulo DRAM dedicato, sia il controller dell'SSD, posizionati su una scheda mSata, appartengono infatti al produttore sudcoreano. In particolare il controller appartiene alla acclamata serie 830, che ha dismostrato ottime prestazioni nella sua versione desktop. Un bel passo in avanti rispetto all'SSD Toshiba montato sui MacBook Air che a quanto pare usa un controller di derivazione SandForce. Accanto alle porte Thunderbolt troviamo il controller Intel DSL3510L dedicato alla gestione delle stesse.
Nella parte retrostante della scheda troviamo un'altra batteria di moduli DRAM, la VRAM GDDR5 di produzione sempre Hynix e diversi microcontrollori, tra cui un Cypress Semiconductor CY8C24794-24L (marcato in rosa) probabilmente devoto alla gestione del multitouch del Touchpad, e un Texas Instruments Stellaris LM4FS1AH la cui funzionalità ci è oscura. Sfruttiamo l'occasione per farvi notare i numerosi condensatori al Tantalio (Hi-C Cap) che costellano tutta la scheda madre (individuabili dal segno +). Tali condenasotori, utilizzazi anche da produttori di schede madri come MSI, garantiscono una longevità fino a 10 volte maggiore dei Solid Capacitor.
Tra gli altri Add-on degni di nota, troviamo la scheda che gestisce le connessioni Wireless: Broadcom BCM4331 per il Wi-Fi dual band 802.11n e Broadcom BCM20702 per il Bluetooth 4.0.
- Una menzione inoltre alle batterie al litio, in numero di 6, che vanno ad occupare buona parte dello chassis del MacBook Pro. Apparentemente sono completamente incollate allo chassis, e quindi di difficile sostituzione. Sotto questo aspetto, chi lo acquisterà dovrà sperare che non si rompa, perchè le speranze di riparare e sostituire qualche pezzo sono ridotte veramente all'osso. La qualità riposta da Apple nella progettazione e nella realizzazione dovrebbe bastare come garanzia, del tutto informale dal momento che Apple si ostina a fornire una garanzia di un solo anno, quando in Italia, per legge, due sono gli anni obbligatori. A voi la scelta se acquistare l'estensione di garanzia a tre anni.
Leonardo Angelini
Redazione XtremeHardware