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Week 28 - Le notizie della settimana dal mondo Linux

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Ubuntu Supremacy

Mentre Canonical continua a dettare legge nel mondo GNU/Linux cercando di imporre le sue idee e la sua filosofia raccogliendo consensi ma anche feroci critiche, Suse si dedica ad importanti acquisizioni cercando di rafforzare la sua posizione nell'ambito Enterprise e gli Sviluppatori del Kernel Linux sono alle prese con problemi etici legati alla terminologia utilizzata nel codice.  

root@xhw~# Google e Canonical insieme per portare Flutter su Linux

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A prima vista la collaborazione tra Google e il Team Ubuntu Desktop di Canonical potrebbe sembrare la solita partnership tra grandi aziende mosse da obiettivi comuni eppure, secondo noi, questa volta c’è qualcosa di molto più grosso in ballo che va ben oltre la volontà di portare le App Flutter su sistemi operativi GNU/Linux

Ma partiamo dall’inizio. Flutter è un framework per la creazione di App che funzionano sia su Android che su iOS ma, stando a quanto annunciato da Canonical sul blog dedicato a Snapcraft, d’ora in avanti con questo SDK sarà possibile creare anche applicazioni desktop per Linux che potranno poi essere pubblicate sullo Snap Store ufficiale di Canonical.

In pratica l’unico modo per poterle installare sarà quello di utilizzare Snap, passaggio che renderebbe le App Flutter inevitabilmente un'esclusiva di Canonical. Una mossa molto significativa che fa intendere quanto l’azienda di Mark Shuttleworth sia intenzionata a tagliare i ponti con le altre Distribuzioni cercando di imporre le sue idee a tutto il mondo GNU/Linux. 

Siamo convinti che la questione non tarderà a sollevare un polverone come è già successo con l’implementazione dei pacchetti Snap e, seppur molte distribuzioni abbiano già sposato il progetto di Canonical, i “dissidenti” non mancano di certo e sono anche piuttosto agguerriti.

Come abbiamo imparato ormai da tempo, il fermento che tiene viva la community di Linux è purtroppo lo stesso che tende a dividerla.

root@xhw~# Fedora 33 potrebbe passare al File System Btrfs

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La proposta di rendere disponibile sulla prossima versione di Fedora il File System BTRFS non sorprenderà più di tanto gli utenti Linux di vecchia data. Alcuni anni fa infatti un tentativo in questa direzione era già stato fatto senza ottenere però risultati convincenti e, abbandonato definitivamente qualche tempo dopo sia dalla stessa Fedora che dalla sorella maggiore Red Hat Enterprise Linux, sembrava ormai un capitolo chiuso.

Ora però, sotto la pressione di diversi Sviluppatori, l’argomento è tornato sul tavolo delle discussioni e il Team di Sviluppo sta effettuando dei Test per verificarne la fattibilità.

Ma che cos’è in sostanza BTRFS?

BTRFS è il file system di tipo copy on write con struttura B-TREE introdotto da Oracle nel 2007. Le sue funzionalità più significative sono:

  • la possibilità di creare snapshot
  • una compressione integrata di alta efficienza
  • una maggiore velocità con sistemi RAID 5 e RAID 6
  • crittografia integrata
  • checksum integrato
  • una maggiore integrazione con la rete grazie alle similitudini con NFS
  • una maggiore efficienza con gli SSD

Dovremo aspettare ancora un po’ per sapere se la proposta, che sulla carta sembra molto interessante, troverà conferma nelle prossime versione della Distribuzione. Nel frattempo, per chi ancora non la conoscesse, qui potete trovare la nostra recensione di Fedora 32 appena rilasciata. 

root@xhw~# Rancher Labs acquisita da SUSE

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Alla fine SUSE ce l’ha fatta. L’operazione costata a quanto pare  più di mezzo milione di dollari ha permesso alla società, passata recentemente sotto il controllo di Blitz, sussidiaria di EQT Partners, di mettere le  mani sull’azienda statunitense specializzata nella fornitura di software destinato all’ambito enterprise e più nello specifico alla virtualizzazione delle applicazioni all’interno di container Kubernetes.

Tra i clienti di Rancher Labs figurano nomi importanti come American Express, Comcast, Deutsche Bahn e Viasat.

Un investimento importante per Suse ma che sembra promettere un ritorno economico di tutto rispetto. 

root@xhw~# Getting Things GNOME: a volte ritornano...anche dopo sei anni

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L’ultimo aggiornamento di Getting Things GNOME, la TO-DO App free e Open Source di GNOME, risale ormai a più di sei anni fa. Un tool che si credeva abbandonato da tempo e che invece come dichiarato da Jeff Fortin Tam, manutentore del progetto, è più vivo che mai.

La versione 0.4 porta con sé numerose migliorie tra cui: il porting verso GTK3, Python 3 e altre nuove tecnologie; il supporto per Flatpak; importanti implementazioni all’interfaccia grafica e ulteriori ottimizzazioni delle sue funzionalità. 

Per chi non la conoscesse l’App è facilmente reperibile tramite Flatpak e promette di aiutarci ad organizzare al meglio la nostra vita quotidiana. 

Assolutamente da provare.

root@xhw~# Linux: un Kernel più pulito, senza il razzismo
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Da qualche tempo ormai si parla delle nuove linee guida proposte da alcuni Sviluppatori del Kernel Linux  per l’utilizzo di termini maggiormente inclusivi. A guidare la crociata l’ingegnere presso Intel Dan Williams che, con il supporto di alcuni importanti sviluppatori quali Chris Mason e Greg Kroah-Hartman, ha posto l’attenzione in particolare su termini come slave o blacklist che andrebbero sostituiti con subordinate e denylist

Nonostante la nobiltà della causa non mancano ovviamente i detrattori che, basandosi su considerazioni pratiche, temono le inevitabili complicazioni legate alla sostituzione di terminologie utilizzate da sempre, soprattutto per sviluppatori non di lingua inglese. 

Una questione spinosa insomma, che si sta facendo strada un po’ in tutto il mondo IT e che merita comunque almeno un momento di riflessione.

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